Piombatura lenza:

1. Piombatura raggruppata
2. Piombatura differenziata
3. Piombatura distribuita (a crescere verso l'alto)
4. Piombatura differenziata inversa
2. Piombatura differenziata
3. Piombatura distribuita (a crescere verso l'alto)
4. Piombatura differenziata inversa
Le montature sono principalmente di tre tipi. Al primo appartengono le montature raggruppate, quelle cioè che condensano in un breve spazio di lenza tutto il piombo necessario a tarare il galleggiante e a far giungere l'esca nelle vicinanze del fondo. La piombatura può essere costituita da vari piombini sferici e/o da torpilles. La torpille si può sostituire con un bulk di grossi pallini. Quest'ultima soluzione è quella che preferisco nel caso non si utilizzino montature troppo pesanti. L'uso dei pallini consente di variare con più facilità la geometria della lenza.
Al secondo tipo appartengono le montature distribuite, dove i pallini di piombo vengono dislocati per tutta la lunghezza del filo, tra il galleggiante e l'amo, a una distanza regolare (o quasi). Anche nelle piombature distribuite si può decrescere la distanza verso l'alto aumentando la misura dei piombi. Per la pesca a galla solitamente si usano pallini tutti della stessa misura e alla stessa distanza. In casi particolari si raggruppano i pallini vicino all'amo.
Il terzo tipo comprende le montature differenziate, chiamate anche "logaritmiche", costituite da una serie di piombini messi in sequenza a decrescere o a crescere. Esempio: 4 pallini a 20 cm dall'amo, poi 3, poi 2, poi 1. Oppure possono essere nell'ordine inverso, partendo dal galleggiante. Ogni montatura viene scelta in rapporto al tipo di pesce che si vuole pescare tenendo presente le abitudini alimentari dell'animale. In generale la piombatura complessiva nella pesca a passata può variare dai 0,50 g ai 10/15 g di piombo.
Il problema è trovare la piombatura giusta per permettere all'esca di lavorare alla profondità che si desidera, permettendo una passata il più possibile naturale e fluida. Stabilita la quantità di piombo necessaria, si deve tarare il galleggiante per permettergli una resa corretta. Solo a questo punto si può decidere come distribuire i singoli piombi, siano pallini o torpilles. Al riguardo ogni pescatore ha le sue teorie e i suoi segreti, così non ci sono limiti alle possibilità di costruire piombature di ogni tipo. Possiamo perciò soltanto cercare di vedere quali sono in generale le montature più logiche e collaudate. Con i pesci di fondo, come carpe e barbi, occorre concentrare la piombatura nella parte finale, a circa 30135 cm dall'amo. Quindi, usando per esempio una piombatura totale da 3 g, si deve concentrare almeno l'85 o il 90 per cento della piombatura nella parte finale, vale a dire 2,5 g a 30 cm dall'amo e il rimanente distribuito lungo la lenza fino al galleggiante.
Con pesci, invece, che salgono in superficie o a mezz'acqua per nutrirsi e che sono estremamente diffidenti, la maggiore distribuzione del piombo dev'essere nella parte centrale o superiore della lenza, quindi a 1,50 m dall'amo (a seconda della profondità). In altre condizioni, quando le due precedenti non danno risultato, si può distribuire regolarmente la piombatura dal galleggiante lungo tutta la lenza, fino al limite di 20/25 cm dall'amo.
Un caso tipico in cui è opportuno concentrare la piombatura nella parte finale della lenza è quando si è in presenza di pesce piccolo, la minutaglia composta per esempio da alborelle che aggrediscono l'esca prima che raggiunga il fondo, intaccandola e rendendola quindi meno appetibile ai pesci più grandi che si trovano più in basso. Da qui l'esigenza che l'esca scenda velocemente, per "bucare', come si dice in gergo, questo strato di pesciolini che non interessano il pescatore. Quando le fasce di corrente non sono uniformi, come nel caso di una corrente di fondo più veloce di quella superficiale, si usano le piombature differenziate, con la quantità maggiore di piombo concentrata nella parte di corrente più rapida e la quantità minore in quella meno sostenuta.
Regola fondamentale, valida per ogni montatura: la distanza dell'ultimo piombino dall'amo non dev'essere mai inferiore ai 20 cm e, in caso di acque molto lente, addirittura da 50 cm fino a 1 m per permettere all'esca un movimento naturale di fronte a pesci diffidenti. Al di là di queste regole generali, ognuno arriva a inventarsi la propria lenza, sulla base delle sue personali osservazioni. In ogni caso, si tenga sempre presente, soprattutto se si realizzano piombature miste, la differenza che esiste tra pallini e torpilles: la torpille concentra in un piccolo volume una notevole percentuale di piombatura della lenza.
A passata, normalmente, la torpille viene usata di più con la canna fissa, anche per la sua forma caratteristica che ha maggiore penetrazione idrodinamica e permette quindi all'esca di raggiungere rapidamente il fondo. Al tempo stesso la maggior concentrazione di piombo va anche a vantaggio della sensibilità di risposta del galleggiante.
Un ultimo accorgimento: nella parte terminale della lenza, dove il monofilo raggiunge il suo diametro minore proprio per essere invisibile ai pesci, si può inserire una girella. Questa annulla gli effetti delle varie torsioni (per esempio quelle impresse dal pesce durante il recupero) e quindi garantisce una maggiore durata di questa parte di monofilo così sottile e delicata. C'è chi dice che la girella è un corpo estraneo nell'omogeneità della lenza, c'è chi sostiene che anche la semplice esca, durante il recupero, ruota come un'elica e senza girella trasmette a tutto il filo una torsione continua: a me pare sensata quest'ultima osservazione, anche perché le girelle più moderne sono più piccole di un piombino e morbide perché snodate. Ma il bello della pesca a passata sta anche in questo: ognuno può, con un poco di esperienza e di fantasia, trasformarla nella "sua" tecnica di pesca.
Al secondo tipo appartengono le montature distribuite, dove i pallini di piombo vengono dislocati per tutta la lunghezza del filo, tra il galleggiante e l'amo, a una distanza regolare (o quasi). Anche nelle piombature distribuite si può decrescere la distanza verso l'alto aumentando la misura dei piombi. Per la pesca a galla solitamente si usano pallini tutti della stessa misura e alla stessa distanza. In casi particolari si raggruppano i pallini vicino all'amo.
Il terzo tipo comprende le montature differenziate, chiamate anche "logaritmiche", costituite da una serie di piombini messi in sequenza a decrescere o a crescere. Esempio: 4 pallini a 20 cm dall'amo, poi 3, poi 2, poi 1. Oppure possono essere nell'ordine inverso, partendo dal galleggiante. Ogni montatura viene scelta in rapporto al tipo di pesce che si vuole pescare tenendo presente le abitudini alimentari dell'animale. In generale la piombatura complessiva nella pesca a passata può variare dai 0,50 g ai 10/15 g di piombo.
Il problema è trovare la piombatura giusta per permettere all'esca di lavorare alla profondità che si desidera, permettendo una passata il più possibile naturale e fluida. Stabilita la quantità di piombo necessaria, si deve tarare il galleggiante per permettergli una resa corretta. Solo a questo punto si può decidere come distribuire i singoli piombi, siano pallini o torpilles. Al riguardo ogni pescatore ha le sue teorie e i suoi segreti, così non ci sono limiti alle possibilità di costruire piombature di ogni tipo. Possiamo perciò soltanto cercare di vedere quali sono in generale le montature più logiche e collaudate. Con i pesci di fondo, come carpe e barbi, occorre concentrare la piombatura nella parte finale, a circa 30135 cm dall'amo. Quindi, usando per esempio una piombatura totale da 3 g, si deve concentrare almeno l'85 o il 90 per cento della piombatura nella parte finale, vale a dire 2,5 g a 30 cm dall'amo e il rimanente distribuito lungo la lenza fino al galleggiante.
Con pesci, invece, che salgono in superficie o a mezz'acqua per nutrirsi e che sono estremamente diffidenti, la maggiore distribuzione del piombo dev'essere nella parte centrale o superiore della lenza, quindi a 1,50 m dall'amo (a seconda della profondità). In altre condizioni, quando le due precedenti non danno risultato, si può distribuire regolarmente la piombatura dal galleggiante lungo tutta la lenza, fino al limite di 20/25 cm dall'amo.
Un caso tipico in cui è opportuno concentrare la piombatura nella parte finale della lenza è quando si è in presenza di pesce piccolo, la minutaglia composta per esempio da alborelle che aggrediscono l'esca prima che raggiunga il fondo, intaccandola e rendendola quindi meno appetibile ai pesci più grandi che si trovano più in basso. Da qui l'esigenza che l'esca scenda velocemente, per "bucare', come si dice in gergo, questo strato di pesciolini che non interessano il pescatore. Quando le fasce di corrente non sono uniformi, come nel caso di una corrente di fondo più veloce di quella superficiale, si usano le piombature differenziate, con la quantità maggiore di piombo concentrata nella parte di corrente più rapida e la quantità minore in quella meno sostenuta.
Regola fondamentale, valida per ogni montatura: la distanza dell'ultimo piombino dall'amo non dev'essere mai inferiore ai 20 cm e, in caso di acque molto lente, addirittura da 50 cm fino a 1 m per permettere all'esca un movimento naturale di fronte a pesci diffidenti. Al di là di queste regole generali, ognuno arriva a inventarsi la propria lenza, sulla base delle sue personali osservazioni. In ogni caso, si tenga sempre presente, soprattutto se si realizzano piombature miste, la differenza che esiste tra pallini e torpilles: la torpille concentra in un piccolo volume una notevole percentuale di piombatura della lenza.
A passata, normalmente, la torpille viene usata di più con la canna fissa, anche per la sua forma caratteristica che ha maggiore penetrazione idrodinamica e permette quindi all'esca di raggiungere rapidamente il fondo. Al tempo stesso la maggior concentrazione di piombo va anche a vantaggio della sensibilità di risposta del galleggiante.
Un ultimo accorgimento: nella parte terminale della lenza, dove il monofilo raggiunge il suo diametro minore proprio per essere invisibile ai pesci, si può inserire una girella. Questa annulla gli effetti delle varie torsioni (per esempio quelle impresse dal pesce durante il recupero) e quindi garantisce una maggiore durata di questa parte di monofilo così sottile e delicata. C'è chi dice che la girella è un corpo estraneo nell'omogeneità della lenza, c'è chi sostiene che anche la semplice esca, durante il recupero, ruota come un'elica e senza girella trasmette a tutto il filo una torsione continua: a me pare sensata quest'ultima osservazione, anche perché le girelle più moderne sono più piccole di un piombino e morbide perché snodate. Ma il bello della pesca a passata sta anche in questo: ognuno può, con un poco di esperienza e di fantasia, trasformarla nella "sua" tecnica di pesca.

uno degli aspetti più importanti della pesca sportiva con il galleggiante: la taratura. Essa è talmente determinante che, a seconda di come viene eseguita, la pescata va bene o meno. Basti pensare che l'85% del buon esito della giornata di pesca dipende da com'è stato tarato il segnalatore.
Vediamo passo passo come realizzare una perfetta piombatura.
GENERALITA'
GENERALITA'
“Tarare un galleggiante” significa piombarlo nel modo corretto, a seconda della sua grammatura e della situazione di pesca (vento, corrente, pesci sospettosi, minutaglia abbondante, etc). Ovviamente la soluzione migliore consiste nel piombarlo completamente.
Ad esempio, se utilizziamo un galleggiante da mezzo grammo, dovremo realizzare una piombatura di 0,5 grammi. Ma attenzione perché non sempre è così. Sappiamo bene che la piombatura può essere effettuata sia con torpille sia con pallini, oppure combinandoli.
Prendiamo sempre come esempio un galleggiante da mezzo grammo e analizziamo i vari tipi di piombatura.
TIPI DI PIOMBATURA

Fig. 1 - Torpille secca oppure torpille più 2-3 pallini
Ecco una lenza che viene adoperata soprattutto in caso di corrente, quando bisogna “perforare” quest'ultima per far adagiare l'amo sul fondo (nelle figure scelgo a caso la grammatura del galleggiante). L'importante è seguire le proporzioni. È ovvio che in un canale di forte corrente, ad esempio, bisogna avere una certa esperienza per governare una lenza da 0,5 grammi. Questa lenza si rivela utile anche quando è presente la minutaglia, in particolare in piena estate: infatti, mettendo solo i piombini spaccati, se c'è minutaglia, il bigattino difficilmente arriverà integro sul fondo, perché quei pescetti se lo saranno già mangiato o comunque lo avranno ucciso durante la fase di caduta. Quindi la torpille velocizza e garantisce l'arrivo dell'esca integra sul fondo.

Fig. 2 - Solo pallini oppure bulk più pallini
In questo caso si utilizzeranno unicamente i pallini, o in alternativa, un bulk, che tari il 40-50-80 % della portata del galleggiante a seconda della corrente, e una spallinata con i piombini spaccati. È una lenza che viene costruita se si ha a che fare, ad esempio, con pesci sospettosi. Quindi si avrà bisogno di lenze morbide o morbidissime che non spingano il pesce ad abbandonare l'esca, dopo aver avvertito dei pesi “anomali”. La spallinatura può essere realizzata principalmente in due modi differenti:

Fig. 2a - Piombatura con distanza ad aumentare verso il basso
Si effettua quando si desidera che la lenza esegua una curva simile ad un'iperbole, soprattutto quando il pesce mangia in caduta.

Fig. 2b - Piombatura con distanza ad aumentare verso l'alto
Si crea quando si vuole maggiore rigidità, in modo tale che il terminale sia ben appoggiato sul fondo. La si adopera quindi soprattutto quando c'è corrente.
DIFFERENZA TRA BULK E TORPILLE
La differenza tra il bulk e la torpille va ricercata nella concentrazione del piombo che è maggiore nel secondo caso. Si consiglia l'uso della torpille quando è necessario ottenere la massima stabilità possibile della lenza, quando magari c'è forte corrente. Diversamente, il bulk non ha la fermezza della torpille, perciò viene adoperato principalmente in acque lente o ferme, alla ricerca di carpe e carassi, quando è necessario entrare rapidamente in pesca. Inoltre, utilizzando i pallini, si può modificare facilmente la geometria della lenza, cosa che non si può svolgere con un unico corpo di piombo. In aggiunta, con il bulk si ottiene una lenza più facile da gestire e manovrare a differenza dell'olivetta, perché una catenella di pallini evita di far compiere alla montatura dei gesti inconsulti che spesso una torpille provoca durante delle azzardate manovre del pescatore. Il tutto può finire con dei grovigli di filo: l'olivetta ha un volume più sviluppato in larghezza che porta la lenza a dei movimenti scorbutici, i quali spingono il filo ad accavallarsi.

Fig. 3 - Esempio di bulk
CONCLUSIONI
In definitiva raccomando a tutti i neofiti e non, di spendere qualche minuto in più sulla realizzazione della piombatura cercando di utilizzare il vostro “senso dell'acqua” che noi pescatori tutti possediamo per capire quando è il caso di utilizzare lenze capillari e quando si può adoperarne una anche abbastanza grossolana.
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